[IDEE-IN] Fare Proximity Marketing.
Fare Proximity Marketing.
Intervista a Luca Zambrelli, Business Developer Manager.
In mercati più maturi e più attenti al comportamento dei consumatori (USA, ASIA e Nord Europa), accanto ai supporti tradizionali di advertising e comunicazione, si va sempre più affermando l’utilizzo delle nuove tecnologie audio/video digitali che accompagnano ed amplificano l’esperienza d’acquisto dei consumatori. Sempre in questi mercati l’accessibilità alle diverse forme di pubblicità è più semplice, meno costosa con più forme tecnologiche e più media.
A ciò si aggiunge la tendenza del fare “comunicazione emozionale del brand”. L’esperienza del consumatore viene potenziata e amplificata dall’utilizzo delle nuove tecnologie, fino ad arrivare a creare una nuova comunicazione fatta di contenuti, visivi e sensoriali di sicuro impatto ed efficacia. I nuovi contenuti che la società sta “esprimendo on line” (blog, youTube, flickers, second life, wikipedia, linkedin, myspace…) spingeranno i player della comunicazione a cercare nuovi supporti e nuovi canali per raggiungere i consumatori.
Ancora, si aggiunge la necessità di arrivare sempre più in prossimità e vicini al consumatore, dandogli maggiori informazioni, facendogli vivere una emozione più intensa e più integrata con la sua società umana, informativa, economica e culturale. Fusione di marketing esperenziale e di prossimità.
Chi è Luca Zambrelli? Dall’IT al Marketing? Da dove sei passato?
Luca è un manager emotivo, simpatico e ricco di idee. Nella mia vita non ha mai avuto importanza cosa stessi facendo imprenditorialmente. A patto che mi stessi divertendo, che mi esprimessi emotivamente e socialmente liberamente e che il business fosse dinamico e competitivo. Tutte le mie esperienze hanno sempre vissuto di componenti nelle quali il marketing era il protagonista di sinergie, attrattive di business e attività commerciali. Si tratta della mia ispirazione più grande.
Ora con il Proximity Marketing quali obiettivi hai?
Innanzitutto ti svelo che sto studiando il fenomeno da almeno un paio di anni. Agli inizi non sapevo quale nome avesse. Parlavo di emotional branding, brand awareness, experience marketing, ... filosofie applicabili al Digital Signage e ad altre tecnologie. Nel tempo iniziai a notare in alcuni blog americani che a capo di tutta la filosofia che voleva una maggiore vicinanza della pubblicità al prodotto ed al consumatore c’era il Proximity Marketing. Le mie energie e le mie attività imprenditoriali vanno tutte o quasi nella direzione di creare una nuova realtà aziendale che si occupi di Proximity Marketing. Dove di preciso è ancora un segreto.
Non vuoi raccontarci nulla?
“Immaginate di essere un imprenditore, un professionista od un marketing manager di una piccola o media realtà. Oppure di grandi e innovative. Se voleste pubblicizzare il vs nuovo prodotto o servizio utilizzando messaggi audio/video innovativi e voleste raggiungere più persone possibili conoscendo già i loro interessi? In tutta italia? In poco tempo? E con un budget “onesto”? Oggi che soluzioni avete? La solita e costosa tv, la vecchia e non interattiva radio oppure la moderna promettente internet con tutti i limiti della sua vastità.”.
Ecco, io sto realizzando una startup per dare una risposta a questa domanda.
Proximity Marketing e pubblicità? Interessante, ma non credi che il nostro mercato sia già saturo di offerte?
L’Italia è un paese vecchio. Dove non si ha coraggio di cambiare, innovare e tendere le proprie energie verso nuove sperimentazioni professionali. Nel settore della pubblicità ad esempio c’e’ molta tradizionalità e poca innovazione. L’unico stimolo di innovazione l’ha portato con se ed i suoi mezzi di comunicazione Internet. La televisione porta in seno il carosello da tanto e troppo tempo. Qualcuno introduce il product placement, qualcun altro il testimonial ed altri ancora lo sponsor-produttore. Alla fine sempre di televisione si tratta. Sempre di manifesti di carta copriamo le città. E sempre di banner veniamo assaliti in internet. Se tutto questo rappresentasse il futuro dell’advertising non avrei neppure iniziato ad immaginare una nuova pubblicità con nuovi canali e nuovi media.
Ed i grandi player dell’advertising? Non ti fanno paura?
Mi fanno paura le lobby che frenano i giovani, l’innovazione, il coraggio di provare e di fare. In questo mercato globale e con un consumatore “veloce” le grandi aziende portano con loro grandi problemi e scarsa capacità di cambiare e adattarsi ai mutevoli e veloci cambiamenti della società. Se le lobby scomparissero, non solo nell’advertising, i grandi sarebbero costretti a re inventarsi premiando il merito, la flessibilità, la velocità delle loro migliori menti. La resistenza che opporranno al cambiamento sarà per loro letale. Troveranno il modo di adattarsi per sopravvivere, ma nel frattempo spero di aver completato il mio progetto.
Ci fai qualche esempio di progetto che ritieni possa essere da stimolo per capire cosa sta succedendo nel mercato?
Nella tecnologia credo che Steve Jobs e la sua Apple stiano portando un importante rinnovamento. Soprattutto stanno convincendo le persone che si può lavorare e divertirsi vivendo una nuova esperienza del “fare”. Usare l’ipod, l’iphone oppure i mac in genere è soprattutto piacevole. Poi ci sono altre aziende, alcune meno importanti e conosciute ma altrettanto significative per le novità e l’innovazione che introducono nei propri mercati. Aziende che hanno avuto il coraggio di cambiare partendo dal concetto della User Experience. E questa sarà la chiave del futuro. Mi vengono in mente la Nintendo, la Nice, la Bmw, ...
Ed il tuo marketing profetico? Di cosa si tratta?
E’ una storia lunga, iniziata ad un tavolino di un locale con un amico di nome Alberto. Lavoravo come consulente al Comune di Milano e con Alberto si fantasticava spesso sul futuro delle tecnologie e sul loro impatto sociale e culturale. Nel tempo molte cose di cui parlavamo vedevamo che intorno si avveravano. Alcune diventavano servizi. Altre venivano commentate e profetizzate da importanti guru del nostro periodo. Una sorte di Negroponte. Mi venne l’idea di lanciare una iniziativa che doveva avere il nome di “marketing profetico”. Una piattaforma di libero scambio di idee e profezie sul futuro della nostra società visto da chi vede nel marketing la chiave di lettura dei servizi sociali e culturali. Un eco-sistema di idee e profeti che lasciavano scritto il loro futuro. Un futuro che poi si sarebbe potuto confrontare con il presente. L’obiettivo era stimolare e trarre dalle idee opportunità di business. L’idea poi passò dalla testa al cassetto dei “files persi” del mio notebook fino all’anno scorso quando decisi di recuperarla e di aprire un blog su MILANIN www.milanin.com .
Per concludere, dove pensi di porterà il vento del proximity marketing?
Ora si tratta di una ispirazione che come accennavo all’inizio ritrovo nella mia natura personale e professionale. Il mio nuovo progetto si è già avviato e tra poco avrà una connotazione aziendale più chiara e definita. Nel frattempo tutto quello che si è mosso intorno ha stimolato me ed i miei partner nell’analisi di nuove idee di business che creano un forte mix tra nuovi modi di fare social networking, user experience e comunicazione digitale.
Grazie Luca!